Palazzetto dello sport gremito ieri a Stra per la presentazione della biografia della donna più veloce d’Italia: “Un’emozione fortissima, più grande di qualsiasi vittoria”. Il ricavato della vendita del libro andrà a sostegno dell’attività dell’Atletica Riviera del Brenta, la prima società della freccia di Dolo
(29.05.22) “Vedervi tutti qui è un’emozione fortissima, più grande di qualsiasi vittoria”. Era gremito, ieri sera, il palazzetto dello sport di Stra (Venezia), dove l’ex campionessa azzurra Manuela Levorato ha presentato la biografia “La corsa, le mie ali”, scritta a quattro mani da Silvia Miazzo e Lino Perini. Un libro ricco di ricordi, di foto, di ritagli dei giornali dell’epoca.
L’appuntamento era a Villa Loredan, ma poi il maltempo ha causato lo spostamento della serata nella vicina palestra comunale, le cui tribune a stento sono riuscite a contenere le oltre 400 persone intervenute per rendere omaggio alla campionessa di Dolo, da 21 anni detentrice del record italiano dei 100 metri.
Insieme al sindaco di Stra, Caterina Cacciavillani, c’era il presidente della Fidal, Stefano Mei, che ha sottolineato il ruolo della Levorato nel panorama dell’atletica azzurra: “Manuela è stata una rivoluzionaria: prima avevamo buone velociste, che però trovavano difficoltà ad emergere sui grandi palcoscenici. Con lei è cambiato tutto: sono arrivate le medaglie internazionali. E’ lei è diventata una fonte di ispirazione per tante ragazze”.
C’era il presidente della Fidal Veneto, Francesco Uguagliati, accompagnato dal segretario del Comitato regionale, Ivano Sacchetto: “A Manuela e a quella generazione di velociste mi legano tanti ricordi: i due record italiani della 4×100, ad esempio. Per un periodo l’ho anche allenata direttamente, così come il suo compagno Luca. Li ho persi di vista per un po’ e li ho ritrovati fidanzati”.
C’erano gli ex colleghi d’azzurro, una bella fetta della Nazionale di quegli anni: da Andrea Longo alle martelliste Esther Balassini e Clarissa Claretti, alle compagne di staffetta, guidate dall’amica di sempre, Manuela Grillo. C’era l’ex dirigente di Assindustria Sport, Silvana Santi: “Il meeting di Padova era lei: potevamo portare le star americane e giamaicane, ma alla fine tutti volevano Manuela”.
C’era, soprattutto, lui: Mario Del Giudice, l’uomo del destino, il suo primo allenatore. “Un giorno arriva al campo di Mira questa ragazzina, alta e bionda. Mi dice che vuol provare a fare atletica: le chiedo se è disposta ad allenarsi sei giorni alla settimana, le do 48 ore per decidere. Ritorna al campo, fa un allungo e capisco tutto. Corro dal presidente Ottorino Salviato e gli chiedo di darle subito borsa e tuta della società. Non potevamo lasciarci sfuggire un simile talento”.
La carriera di Manuela Levorato è scritta negli almanacchi: il record italiano dei 100 (11”14 il 4 luglio del 2001 a Losanna) che resiste ancora, i due ori (100 e 200) agli Europei under 23 di Goteborg, gli altrettanti bronzi agli Europei di Monaco di Baviera. E poi le 33 maglie azzurre, i 17 titoli italiani assoluti. Le innumerevoli vittorie, ma anche gli infortuni che le hanno sottratto la gioia della partecipazione olimpica. Talento, ma non solo: “Manuela aveva una capacità di soffrire, di spingere sempre un po’ più in là i propri limiti, che non ho mai visto in nessun altro atleta”, ha aggiunto Del Giudice.
Tra gli ospiti della serata, condotta da Luca Ginetto, anche Barbara, l’amica che l’accompagnò al campo per la prima volta. E poi Christian e Mauro, i suoi primi compagni d’allenamento (“Voleva allenarsi sempre con i maschi, e non mollava un metro”).
C’è tutto, e molto altro ancora nella biografia di Manuela. Anche l’attenzione alla sua amatissima Riviera del Brenta, che prosegue adesso da dirigente sportiva. “Costruimmo la pista di Mira sull’onda dei suoi successi, utilizzando i fondi residui di Italia ’90 – spiega Bruno Moretto, allora consigliere regionale -. Manuela seppe essere molto convincente. Sento dire che l’anello sarà presto riqualificato: vuol dire che è stato usato bene, che si è trattato di un’opera utile”. All’Atletica Riviera del Brenta, ieri rappresentata dal presidente Luigino Molena, una realtà di oltre 400 tesserati, andranno i proventi della vendita del libro “La corsa, le mie ali”, Con le “sue ali” l’atletica continua a volare.
In allegato: la copertina del libro “La corsa, le mie ali” e alcune foto della serata di presentazione
CHI è MANUELA LEVORATO
Manuela Levorato è nata a Dolo il 16 marzo 1977. Abita a Padova con Luca e i figli Giulia, Gabriele e Ginevra. E’ stata una delle più forte velociste azzurre di sempre. Arrivata tardi all’atletica (aveva già 17 anni quando capitò, quasi per caso, al campo di Mira, dove conobbe Mario Del Giudice, il suo primo allenatore), si segnalò per la prima volta a livello internazionale nel 1999, vincendo 100 e 200 metri ai Campionati Europei under 23 di Göteborg. Tre anni più tardi, nel 2002, la consacrazione, con i due bronzi (100 e 200 metri) conquistati ai Campionati Europei di Monaco di Baviera. Trentatré volte azzurra, 17 volte campionessa italiana assoluta, il 4 luglio 2001 ha corso i 100 a Losanna in 11”14, tempo che ancora oggi – dopo 21 anni – fa di Manuela Levorato la donna italiana più veloce di sempre. E’ vicepresidente del Comitato regionale veneto della Fidal e presidente onorario dell’Atletica Riviera del Brenta, la sua prima società.
Photo by Colombo FIDAL