Alla vigilia di una gara un podista ha già in mente quale prestazione cronometrica può ottenere. Sono vari gli indicatori tecnici che possono essere presi a riferimento per capire quale sia il valore tecnico e fisiologico del podista, e quindi il tempo potenziale di riferimento. Quanto più è lunga la distanza di gara, maggiori sono gli elementi che possono condizionare la prestazione e quindi ritengo che sia adeguato fissare tre livelli prestazionali.
Io sono solito fare, appunto, tre previsioni agonistiche. Una è per un rendimento normale, una sorta di “sufficienza” prestazionale. Una per un rendimento di buon livello, vale a dire che il podista esprime un coefficiente di rendimento molto buono perché non ci sono elementi che condizionano negativamente l’efficienza fisica. Infine c’è il rendimento ottimale, la cosiddetta “gara perfetta” dove tutto va per il meglio e gli elementi che concorrono alla prestazione sono coincidenti. In questo caso il podista parte per fare una gara normale ma sente le gambe girare a meraviglia, tanto che continua a spingere anche quando la FC è a limite per quello sforzo. In questo contesto si potrebbe pensare che già prima della gara ci sia una sorta di certezza prestazionale, ma così non è, ovviamente…. continua a leggere