Penso che ogni podista con ambizioni agonistiche e cronometriche sia disposto ad allenarsi al massimo impegno pur di raggiungere la massima prestazione possibile. Quando ci si confronta con i propri limiti, infatti, si sa che ogni chilometro conta, come pure qualche decimo in meno sul display del cronometro. Potrei riportare “mille” espressioni per riferire l’atteggiamento che abbiamo quando ci alleniamo con il massimo impegno, come “no pain, no gain” oppure “boia chi molla”.
In definitiva, negli allenamenti che contano – vale a dire quelli che determinano i maggiori effetti allenanti a livello fisiologico – si termina praticamente “morti”. Io però mi chiedo se vale la pena trovarsi in queste situazioni, alla fine di sedute dove si è dato fondo a ogni energia e si sono anche intaccate le cosiddette “riserve”… La risposta non è così scontata: verrebbe da rispondere “sì” in nome della ricerca della migliore condizione di forma, ma siamo sicuri che uno sforzo fisico massimo, oltre a determinare reazioni fisiologiche positive per la prestazione, non porti anche effetti fisiologici sfavorevoli?… … continua a leggere