Grazie ai progressi che permettono di controllare con sempre maggiore frequenza e facilità i livelli di lattato durante gli allenamenti, ho avuto modo di osservare una particolare situazione fisiologica che desidero condividere con voi, certo che vi sia capitata in qualche sessione di allenamento.
Qualche giorno fa ho seguito la seduta di ripetute lunghe su strada di un atleta di alto livello prestazionale. Già durante il riscaldamento, l’atleta mi aveva confidato di non “essere in giornata” a causa della stanchezza generale accumulata dopo un periodo di elevato carico chilometrico. Durante l’esecuzione delle ripetute lunghe manifestava una certa difficoltà a mantenere il ritmo prestabilito, principalmente a causa del “mal di gambe”. Seguendolo in bicicletta, percepivo anche un’alterazione della respirazione, particolarmente evidente dopo circa 10 minuti dall’inizio della prima ripetuta di 5 km. Al termine di questa, la concentrazione di lattato risultava significativamente superiore rispetto ai livelli presunti.
Durante il recupero di 1 km tra le due ripetute, l’atleta ha mantenuto un’andatura sostenuta, evitando di correre a ritmo lento. La seconda prova doveva essere svolta a un ritmo leggermente più veloce della precedente, ma dopo circa 4 minuti ho notato che la respirazione diventava molto più intensa rispetto a quella attesa per un ritmo gara da mezza maratona. Infatti, poco dopo ha deciso di interrompere la prova per eccesso di fatica, simile allo sforzo sostenuto in una gara di 10 km.
Dopo alcuni minuti di corsa blanda, ha deciso di riprendere la corsa veloce per completare la distanza prefissata. Una volta terminata la prova, il controllo del lattato ha evidenziato una concentrazione doppia rispetto a quella prevista.. continua a leggere