Con l’arrivo dell’estate il clima che si instaura determina una situazione sfavorevole per sostenere con efficacia e profitto gli allenamenti finalizzati al miglioramento della condizione di forma. La temperatura dell’aria costantemente alta, abbinata ad un elevato tasso di umidità, determina una situazione ambientale nella quale è molto impegnativo – per il meccanismo che regola la temperatura del corpo – eliminare il calore prodotto sotto sforzo. Quando si corre, specialmente se il costo energetico è elevato come per allenamenti di alta intensità, la temperatura interna del corpo si avvicina a 40° e con quella esterna elevata, per esempio di 32, il differenziale è di soli 8°. È quindi più difficile eliminare il calore interno rispetto a quando invece la temperatura esterna è di 20, con un differenziale quindi di 20°. Il compito di eliminare calore è a carico di vari elementi del corpo umano, che usano il sangue come “veicolo di trasporto” verso la pelle. Questo tessuto del corpo viene quindi suddiviso, quando si sta correndo, tra le funzioni del trasporto di ossigeno e materiale energetico verso le fibre muscolari, con quello che va verso la pelle per eliminare il calore. Di conseguenza, se arriva meno sangue ai muscoli, inferiore è il rendimento. È quindi fisiologico verificare un rallentamento dei ritmi di corsa, specialmente nelle sedute che richiedono un alto consumo di ossigeno. Quando invece si sostengono allenamenti di corsa lenta, il calo di rendimento è meno evidente proprio perché serve meno ossigeno ai muscoli, e quindi il sangue che arriva alle fibre – seppure ridotto – è comunque adeguato. Continua a leggere…